Gonfiore addominale e intolleranze alimentari

- Categoria: Nutrizione

Gonfiore addominale e intolleranze alimentari

Negli ultimi anni è aumentata a dismisura la necessità di sottoporsi ai test delle intolleranze alimentari. Molto probabilmente questa esigenza è figlia dell’epoca che stiamo vivendo: si mira al raggiungimento immediato di un risultato. Spesso si ricorre ai test per le intolleranze alimentari quando si manifesta sistematicamente gonfiore/tensione addominale: si vuole ottenere una risposta rapida alle proprie problematiche e di conseguenza si opta per la via più immediata possibile.

Facciamo chiarezza: questi test sono realmente utili?

Purtroppo, le principali linee guida internazionali dichiarano in modo esplicito come questi test non siano per lo più validati scientificamente. Questo che cosa comporta? Un test non validato è un test privo di specificità, sensibilità e attendibilità. Per tutte queste motivazioni, ad oggi, possiamo dichiarare che l’unico test delle intolleranze certificato è quello per verificare l’intolleranza al lattosio (breath test).

In che consiste un test per l'intolleranza al lattosio?

Il test validato per l’intolleranza al lattosio è chiamato “breath test” o comunemente “test del respiro”. Il campione che viene analizzato è proprio l’aria che viene espirata inseguito all’assunzione di lattosio. Si definisce la positività se, nel campione di aria, viene rilevato un quantitativo notevole di idrogeno la cui presenza è indice di avvenuta fermentazione intestinale di lattosio non assorbito. La logica di questo test si basa sul fatto che, in caso di intolleranza, la flora batterica intestinale non è provvista di enzimi (lattasi) in grado di scindere correttamente il lattosio che di conseguenza non viene digerito, richiama acqua nel lume intestinale con insorgenza di gonfiori, crampi e diarrea.

Celiachia: intolleranza?

E’ necessaria una breve precisazione per quanto riguarda la celiachia. La celiachia viene volgarmente inclusa nelle intolleranze alimentari, ma in realtà prevede alla base un maccassimo insolito. Per celiachia si intende una patologia caratterizzata da una reazione immunitaria successiva all’ingestione di una frazione proteica contenuta nel glutine: la gliadina. La celiachia, se non diagnosticata tempestivamente, può portare a una infiammazione intestinale tale da generare atrofia dei villi con successivo malassorbimento dei nutrienti.

La diagnosi si effettua in prima linea con un’analisi ematologica (andando alla ricerca di specifici auto-anticorpi), che vai poi confermata con successiva biopsia intestinale (analisi dei villi intestinali). Mentre un’intolleranza alimentare non coinvolge il sistema immunitario e genera soprattutto sintomi gastrointestinali, un’allergia alimentare è una reazione che coinvolge propriamente una risposta da parte del sistema immunitario con manifestazioni sistemiche (in genere cutanee e respiratorie). Fatta questa precisazione, è chiaro come il meccanismo che sta alla base della celiachia, non permette di classificarla propriamente come una intolleranza alimentare.

Perché è importante sensibilizzare su queste tematiche?

Utilizzare test non idonei comporta degli effetti collaterali. Non si tratta di danni diretti, perché per lo più sono test non invasivi, bensì indiretti: possono ritardare o condurre a diagnosi errate, ma soprattutto portare all’applicazione di restrizioni dietetiche non giustificate e potenzialmente dannose dal punto di vista sia fisico che mentale.

Che cosa possiamo consigliare a chi soffre sistematicamente di gonfiore addominale? Di equilibrare la propria alimentazione.

Spesso viene trascurata l’influenza che uno stile di vita sano può avere sul nostro organismo. Mangiare in modo equilibrato aiuta nel tempo a migliorare la qualità della propria vita non solo riducendo il rischio di sviluppare patologie cronico-degenerative, ma anche limitando molti disordini gastro-intestinali.

Sintomi quali gonfiori, dispesia e alvo alterato, se protratti nel tempo, generano un impatto fortemente negativo sullo svolgimento delle attività quotidiane. Di conseguenza, è necessario capirne le cause e trovare una soluzione che sia quanto più definitiva possibile. Ricorrere ai test delle intolleranze alimentari non può, per lo più, costruire una soluzione definitiva: le uniche avversioni alimentari attualmente diagnosticabili solo quella verso il lattosio e il glutine. Se non si ha difficoltà a digerire e assorbire queste due molecole, non è razionale applicare restrizioni alimentari.

Il danno indiretto che l’esecuzione smodata di test delle intolleranze non validate può generare è proprio quello di adottare eccessive restrizioni non giustificate. Piuttosto, è necessario adottare un’alimentazione complessivamente più sana ed equilibrata, rivendendo interamente il proprio stile di vita.

Un’alimentazione equilibrata prevede tutti gli alimenti, senza alcuna esclusione, nelle quantità idonee sulla base del fabbisogno energetico individuale. Non esistono alimenti miracolosi, come non ne esistono di dannosi: è la somma di ciò che mangiamo a fare la differenza.

Un’ alimentazione equilibrata, a differenza di una ad esclusione, è sostenibile nel tempo e quindi garantirà non solo la possibilità di risolvere le problematiche correnti, ma, con buona probabilità, eviterà anche che si manifestino nuovamente in futuro.

Nutrizionista Greta Zazzeroni

Biologa nutrizionista Greta Zazzeroni

Ringraziamo la Dott.ssa Greta Zazzeroni, Biologa Nutrizionista per il suo contributo e per averci aiutato a capire meglio le dinamiche di ciò che comporta il gonfiore addominale. Con piccoli accorgimenti sull'alimentazione quotidiana si può davvero migliorare il proprio stile di vita, sentirsi meglio ed essere più self-confident.

Se vuoi conoscere altre tips ed informazioni in ambito alimentare puoi seguire la dottoressa Greta Zazzeroni sul suo profilo instagram.

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